Fotografo: Fabio Lovino
Milano ha da poco salutato la sua Fashion Week, e l’aria che si respira è quella di una moda che cambia pelle ma non identità.
Le passerelle hanno raccontato un’evoluzione fatta di dettagli, texture e nuove armonie cromatiche: la bellezza si sposta verso un equilibrio più autentico, dove tradizione e sperimentazione si intrecciano.
Le palette di questa stagione sono state un racconto di contrasti studiati. I toni naturali — beige, sabbia, castagna e cioccolato — si fondono con accenti più intensi come bordeaux, blu notte e verde bosco. A illuminare il tutto, tocchi metallici in oro, bronzo e argento che donano luce e carattere anche ai look più essenziali. L’effetto è raffinato, ma con un’energia nuova, più coraggiosa e moderna.
Sui tessuti si è giocato con maestria. Le maison hanno alternato leggerezza e struttura: chiffon, organza e seta si sono uniti a pelli morbide, suede e inserti tecnici, creando un contrasto tattile e visivo irresistibile. Le lavorazioni artigianali restano protagoniste — plissé, ricami, pizzi e dettagli fatti a mano — che raccontano la voglia di riportare in primo piano il valore umano dietro ogni capo. Anche la sostenibilità non è più solo una parola di tendenza, ma una direzione concreta: fibre naturali, materiali riciclati e lavorazioni a basso impatto hanno trovato spazio in molte collezioni, segno che il lusso può (e deve) dialogare con l’etica.
E la donna curvy? Non è stata esclusa, ma la sua presenza resta più simbolica che strutturale. Alcune sfilate hanno dato spazio a corpi più morbidi e autentici, altre meno. È chiaro che l’inclusione non è ancora la norma, ma un cammino in corso: la moda sembra voler aprire la porta, anche se non l’ha ancora spalancata del tutto. Si percepisce, però, un cambiamento lento ma reale — la consapevolezza che la bellezza non si misura con le taglie, ma con l’espressione di sé.
Tra un cambio d’abito e l’altro, le passerelle non hanno rinunciato a un pizzico di leggerezza. Nel backstage, dove spesso regna il caos creativo, circola una piccola leggenda urbana che ormai è diventata un classico: una modella, mentre la sarta le aggiungeva le ultime paillettes al vestito, avrebbe chiesto “Ma quanto pesa questo abito?”. Alla risposta “Poco meno di due chili”, avrebbe sorriso dicendo: “Ottimo, ho portato una palestra in più oggi!”. Forse non è mai successo davvero, ma il racconto resta irresistibile — un modo ironico per ricordare che dietro il fascino delle luci c’è sempre un pizzico di fatica.
Milano chiude così una Fashion Week di equilibrio e sperimentazione, tra desiderio di autenticità e ricerca estetica. Una città che continua a dettare tendenza, ma anche a interrogarsi su cosa davvero significhi essere alla moda oggi: forse, semplicemente, sentirsi bene nei propri abiti e nel proprio corpo.
